“Tutti noi dobbiamo comprendere il dovere sociale di togliere tanti piccoli esseri dalla morte o da quelle debolezze, le imperfezioni che lasciano delle tristi stigmate, trasmissibili anche alle generazioni future. Quasi sempre sono la miseria e l’ignoranza che fanno queste vittime e noi dobbiamo voler sollevata la miseria e dissipata l’ignoranza”.
Così il Giornale «L’Ausa» salutava il 9 Settembre 1910 la nascita formale in Rimini, per iniziativa privata, di “una istituzione che s’intitola Aiuto Materno per l’assistenza delle madri povere e la protezione della primissima infanzia”, su impulso del Prof. Antonio Del Piano, il quale, fin dal 1901, esponeva la necessità di creare tale tipo di istituto.
In calce al Regolamento, approvato l’anno successivo, appare l’elenco dei 358 fondatori, ma tra tutti questi nomi manca però il piu’ importante, quello della “nobile Signora Isabella del fu Giacomo Soleri,Suora di Carità”. È merito suo infatti se è sorto l’Aiuto materno di cui “fu l’anima vigile ed operosa nel suo primo inizio” ed al quale donò tutti i propri beni, compreso il “Palazzo Soleri”, in Corso d’Augusto, che fu la prima sede dell’attività dell’Istituto.
Nel 1915 l’Istituto fu eretto in Ente Morale (IPAB) con Regio Decreto dell’8 Novembre.
Successive donazioni di privati hanno poi permesso l’ampliamento e l’arricchimento dei servizi offerti dall’Istituto a favore dell’infanzia e della maternità: ricordiamo in particolare i Fratelli Bronzetti e il Prof. Vincenzo Spazi.
È difficile sintetizzare in poche righe la storia, lo sviluppo e le trasformazioni che in questi anni hanno caratterizzato la vita del San Giuseppe e che hanno inevitabilmente risentito dei diversi climi sociali e culturali: certo è che il valore fondante della solidarietà, che ha alimentato l’opera della N.D. Isabella Soleri, ha sempre sostenuto quanti, in modo diverso, hanno dato all’Istituto, in oltre cent’anni di storia, un contributo forte di idee, tempo, risorse umane ed economiche.