Il vitale potere di una palla
I ricordi risalgono alla mia infanzia dove, nella ricerca di emulare i campioni di calcio amati e nel preservare la rottura di vetri di finestra e mobili di casa, con conseguenti rimproveri degli adulti, io e qualche amico mettemmo tanto ingegno e fantasia, e cominciammo a costruire delle palle di varia struttura, dimensione, materiale e colore.
Per noi era un passatempo e un divertimento ineguagliabile! Allora si utilizzavano diversi materiali, dai più disparati come lana, gomma piuma, carta di giornale e cartone, ai più comuni, poi per aumentare compattezza e rigidità. Arrivammo a utilizzare persino pezze di stoffa aggrovigliate su di un’anima di cartone e tenuti insieme dallo scotch.
Che tiri, che sudate, che divertimento! Soprattutto nei mesi invernali il potere della palla era vitale.
Ora sono un educatore, mai avrei pensato che quella vitale importanza che per noi aveva la palla, se vuoi solo con scopi ludici, potesse avere un’importanza fondamentale nella vita quotidiana di una persona ipovedente. Oltre ad assumere importanza nell’essere manipolati e riconosciuti al tatto per la particolare conformazione e fattezza, sono veri e propri strumenti che servono ad accogliere o congedarsi, a comunicare all’altra persona che si procederà nel cambio di un ambiente/stanza, che sta per iniziare o per terminare un’attività. Sono alternativi o consequenziali alla comunicazione verbale e servono ad aumentare la percezione dell’esperienza che, purtroppo, queste persone solo in minima parte possono avere. Gli Operatori della Sorgente prestano molta attenzione a tali strumenti, riconoscendone l’importanza e garantendone l’utilizzo.